Trasmettere il verde all’edilizia per un futuro di benessere

 

Una delle principali problematiche ambientali delle città densamente costruite riguarda la scarsa qualità dell’aria. Secondo i dati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, sono italiane ben 17 delle 30 città con livelli medi di polveri sottili superiori a quelli consentiti. Sappiamo anche che una delle cause di questo inquinamento è derivato da costruzioni edili, dove le imprese edili e una poca attenzione da parte del cliente, hanno dato più importanza al costo della costruzione che al costo della vita.

 

Legambiente (2012), annovera Genova fra le città peggiori in termini di qualità dell’aria, insieme a Firenze, Milano e Torino. Recenti studi (Ottelé et al., 2010; Sternberg et al., 2010) hanno dimostrato che l’efficacia della vegetazione per il miglioramento della qualità dell’aria riguarda principalmente l’assorbimento di polveri sottili e di gas inquinanti come COx, NOx e SOx.

L’anidride carbonica è, infatti, utilizzata dalle piante per i processi foto sintetici, mentre l’azoto e il diossido di zolfo vengono convertiti dalle specie vegetali in nitrati e solfati. Inoltre, le polveri sottili (PM), in particolare quelle più piccole.

 

Baik et al. (2012) hanno esaminato gli effetti positivi in termini di miglioramento della qualità dell’aria delle coperture verdi con un modello CDF (computational fluid dynamics).

I risultati mostrano, per un singolo edificio in un canyon urbano, che la presenza di vegetazione in copertura raffresca l’aria, (solo questo dovrebbe incentivare le imprese edili verso i tetti verdi) aumentando la ventilazione nel canyon urbano e consentendo, pertanto, una riduzione della concentrazione di inquinanti.

 

Infine da considerare l’efficacia, in termini di riduzione delle temperature radianti e dell’aria, rispetto alla capacità della vegetazione di ombreggiare le superfici degli elementi edilizi e dei selciati stradali, oltre che in relazione alla capacità evapotraspirativa (Perini, Magliocco, 2014).

Chiaramente maggiore è l’apparato fogliare presente maggiore è l’effetto sulla qualità dell’aria, ma tessuti urbani particolarmente densi non sono in grado di ospitare elementi arborei. In questo caso è possibile fare riferimento a sistemi di copertura verde e facciata verdi.

 

Un bel esempio di storia verde

Mi ha molto colpito questa storia e quindi ve la voglio raccontare.

 

Il giardino incarna il tempo, è testimone di un’epoca e dei suoi processi trasformativi, è memoria, racconto, trasmissione di valori. Il Negombo nasce come giardino privato; oggi è un parco idrotermale che racchiude in se la storia degli ultimi settanta anni della famiglia Camerini, ma è anche il testimone e l’espressione della trasformazione della nostra società e del territorio ischiano nella quale altre famiglie e storie si sono intrecciate.

 

Tutto cominciò nel 1946 con l’arrivo nell’isola d’Ischia di Luigi Silvestro Camerini, umanista, appassionato di botanica e viaggiatore coloniale, alla ricerca di un luogo in cui fermarsi.

Aveva già soggiornato a Capri e poi a Ponza, da confinato politico. Ma è a Ischia, nella baia di san Montano, una baia profonda, ma di perfetta misura, racchiusa tra il monte Vico e il promontorio di Zaro, che ha scoperto il luogo dove costruire il suo giardino ideale per la somiglianza con la baia di Negombo, a Ceylon, che lo aveva incantato in uno dei suoi viaggi. San Montano è anche una delle zone più ricche di acqua calde sotterrane dell’isola per cui la nuda e aspra roccia si coniuga con la selva.

 

Fu così che dopo aver accorpato in un’unica proprietà tutta la baia (furono necessari più di cinquanta contratti di compravendita), inizio la sua trasformazione da palude coltivata a parco lussureggiante, con l’ideazione di un ingegnoso sistema di raccolta delle acque piovane e di irrigazione, tramite vasche, facendovi trasportare via mare varie piante, che ancora oggi sono riconoscibili all’interno del parco, come il maestoso ficus magnolioides con il suo tronco intricato dalle radici.

 

Allora negli anni cinquanta, Ischia era la meta di viaggiatori, artisti, intellettuali, soprattutto stranieri. Cominciavano anche gli scavi gli scavi archeologici nella Baia di Santa Montano, dato che qui si trova il primo stazionamento greco d’Occidente, che risale al 770 a.C. e vi è ubicata la necropoli dell’antica Pithecusa i cui reparti, di grande valore archeologico sono oggi collocati al museo di villa Arbusto.

 

Poi tutto comincio a cambiare anche a Ischia. Con gli anni sessanta, arrivo il boom economico e il turismo di massa: cemento, allargamenti delle strade verso il mare, alberghi e terme, ristoranti, negozi, luoghi di intrattenimento, imprese edile che costruivano, comportarono una trasformazione visibile non solo delle infrastrutture e nella costruzioni edili ma nel paesaggio stesso e nel modo di abitarlo e viverlo.

 

Forse fu questo uno dei motivi che indussero Luigi Silvestro Camerini a trascurare il luogo e a non sentire più suo il tanto amato luogo.

 

Fu cosi che inizio la rinascita del parco, Adria Scaglia Camerini moglie di Luigi Silvestro Camerini, decise di intervenire per sottrarre il giardino al degrado e trasformarlo in luogo aperto al pubblico.

 

Un’operazione difficile per una donna. E’ del 1971 la prima piscina olimpionica, il piccolo snack bar e la discesa alla spiaggia. Era solo un nuovo inizio e tanto ancora restava da fare.

nei giorni nostri

 

Oggi il Negombo è un parco termale con dodici piscine, più una al coperto nell’attrezzatissimo Centro benessere, che si snodano all’interno di un giardino curato nei minimi dettagli e impreziosito da diverse installazioni di noti artisti contemporanei.

 

Su tutte val la pena ricordare l’ “Arc – en – ciel” (Arco in Cielo) di Arnaldo Pomodoro, che si trova in prossimità della collina che protegge la baia. La scultura esprime il leit motiv di quest’artista, ossia l’equilibrio tra le forme geometriche esterne e il meccanismo interno dell’opera che, in questo caso, consiste nell’attivazione di un gioco di luci ed ombre grazie al quale l’installazione cambia tonalità di colore nel corso della giornata.

 

Questo perchè l’arco è posto trasversalmente rispetto alla linea del sole, di modo che i rilievi scritti che ne disegnano la curva rifrangono i raggi solari in maniera sempre diversa assecondando il moto di rotazione della terra.

 

Questa è la storia di come è iniziato a vivere uno dei più bei posti, che sia da esempio per le imprese edili che cercano un’edilizia più sostenibile, più vicina ai veri bisogni dell’ uomo per raggiungere un benessere fisico e mentale.

 

 

In questa epoca dove sempre più spesso si cerca la qualità delle costruzioni, un impresa edile deve essere professionale e sempre aggiornata soprattutto in città come Treviso, Venezia ecc dove la storia ci ha lasciato un patrimonio culturale.

Il blog di un’impresa edile di Treviso

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