Chi mi conosce sa molto bene che sono affamato di conoscenze sempre più specifiche e che sono sempre alla ricerca di corsi convegni seminari e tutto ciò che può farmi crescere professionalmente, uno dei grandi temi ( e anche uno dei più difficili) è la conoscenza per ristrutturare gli edifici.
In italia si organizzano molti convegni con varie tematiche, uno di questi si è tenuto a Matera in data 2 e il 13 Maggio 2017 con un tema particolarmente interessante: “Retrofit di edifici storici nell’area del Mediterraneo”.
A questi convegni purtroppo il tempo non basta mai, i temi sono sempre difficile e ampi.
Tra le tante “tematiche” portate al convegno, alcune possono e devono far riflettere sulle scelte costruttive o di risanamento degli edifici.
Il microclima e le isole di calore, tema ancora poco affrontato a livello pratico, l’inerzia termica degli edifici tradizionali, il ruolo dei progettisti, la professionalità delle imprese, ecc.
Ristrutturare gli edifici ed attenuare l’isola di calore
Molte ricerche hanno dimostrato che le isole di calore il valore di temperatura e di umidità relativa rappresentano un problema da affrontare, questo variazione si riscontra sui centri urbani dove la vegetazione e le zone a uso verde sono molto inferiori alle zone edificate.
Le ricerche hanno dimostrato che in centri urbani dove gli edifici prevalgono alle zone verdi la temperatura può subire considerevoli aumenti, portando a situazioni insostenibili.
C’è anche da considerare il fattore inquinamento incrementato dalla mancanza di ventilazione della zona urbanizzata.
La soluzione risulta semplice in teoria ma in pratica è difficilmente attuabile nei centri storici dove non possiamo intervenire più di tanto.
Le conclusioni che le ricerche suggeriscono sono: una più ampia adozione delle superfici verdi che, in contrasto con altre tipologie di superfici restituiscono l’energia solare in base a cicli biochimici e biologici: l’effetto principale della riduzione delle differenze di temperatura del suolo è dovuta ai processi di riflessione/assorbimento della radiazione solare e termica che raggiunge il suolo e il processo di evaporazione che “ruba” il calore dell’ambiente.
Ristrutturare gli edifici: il tetto verde
La presenza di aree verdi ha 3 grossi benefici:
a livello estetico le aree verdi rendono le zone urbane più piacevoli alla vista, sia per le persone del posto e sia per i turisti
le piante creano zone d’ombra migliorando notevolmente il raffreddamento nelle zone urbane, aumentando le zone d’ombreggiamento nelle stagioni più calde, diminuendo di conseguenza l’esposizione degli edifici ai raggi solari,
e come ultimo vantaggio ma alquanto importante sta nel miglioramento della qualità dell’aria attraverso la produzione di ossigeno, la cattura di CO2, la filtrazione del particolato sospeso.
Un ultima considerazione sul verde nelle aree urbane sta nel fatto che la diminuzione delle temperature, dovuta alla presenza di piante, è ridotta al minimo in presenza di singoli alberi, mentre diventa sicuramente sensibile nel caso di grandi aree verdi.
Dobbiamo considerare che nelle ristrutturazioni, all’interno di aree molto urbanizzate, risulta difficile per il singolo cittadino aumentare il verde ma un buon piano urbanistico può fare la differenza, incentivando certe pratiche edilizie.
Sui vantaggi del verde applicato nelle costruzioni edili ho già ampliamete parlato, qui sotto il link sempre aggiornato con tutti gli articoli che parlano dei tetti verdi:
Ristrutturare gli edifici l’inerzia termica
Quando si ristruttura gli edifici viene spesso dimenticato l’inerzia termica, particolare che molti edifici, considerando il sistema costruttivo di una volta hanno già come caratteristica.
L’inerzia termica permette all’edificio di essere meno sensibile all’onda termica esterna rispetto agli edifici moderni leggeri, mantenendo gli spazi interni più confortevoli nei periodi caldi, specialmente quando gli spazi interni non sono dotati di sistemi di condizionamento dell’aria.
Questa proprietà è particolarmente preziosa se si considera l’aumento previsto delle temperature esterne, dovuta al cambiamento climatico: in questo senso, l’inerzia termica può essere correlata alla resilienza termica, ovvero la capacita dell’involucro dell’edificio di assicurare condizioni relativamente confortevoli.
Ma la domanda che ci facciamo: cos’è l’inerzia termica?
L’inerzia termica del mattone non è altro che la sua capacità di accumulare calore e di rilasciarlo gradualmente nel tempo: l’energia ricevuta nelle ore più calde viene immagazzinata e rilasciata gradualmente non solo smorzando i picchi di temperatura dall’esterno, ma differenziandoli nel tempo. La presenza della massa assicura degli indiscussi vantaggi:
- il più basso tempo di risposta, che una struttura dotata di inerzia ha rispetto ad una struttura leggera, tende a moderare le fluttuazioni di temperatura all’interno, dovute alle variazioni cicliche della temperatura esterna,
- in climi caldi o freddi, il consumo di energia di un edificio ad alta inerzia termica può essere minore di quello di un edificio più leggero,
- l’accumulo di energia nella massa dell’edificio consente di spostare temporalmente i picchi di domanda dell’impianto di climatizzazione in ore in cui l’uso degli ambienti è limitato se non nullo.
Ristrutturare gli edifici: la ricerca
Possiamo trovare molte ricerche che fanno comprendere come l’inerzia termica gioca un fattore fondamentale per il benessere interno della casa.
Una campagna sperimentale dell’università, ha condotto un’indagine sulle prestazioni di un edificio costruito con tecniche tradizionali e materiali locali, come la pietra.
La casa era attualmente utilizzata per scopi residenziali, fattore che ha reso ancora più veritiero la ricerca.
La casa è stata monitorata per tutta l’estate del 2016, sono stati rilevati le temperature esterne ed interne della casa, ed umidità relativa.
L’altissima inerzia termica delle murature della casa costruite in pietra ha permesso alla casa, nel periodo estivo, di avere una temperatura più bassa e un benessere interno migliore rispetto alle case costruite con sistemi più leggeri.
Tale vantaggio può svanire semplicemente con una parete interna isolata. Questo tipo di restauro quindi sarebbe controproducente.
Dobbiamo anche sottolineare che molte volte non possiamo intervenire sull’edificio esternamente e l’unica soluzione rimane l’intervento interno, di conseguenza dobbiamo valutare se realmente vale la pena isolare l’edificio.
Ristrutturare gli edifici la conclusione
L’intervento di efficienza energetica di un edificio storico deve essere inserito entro l’ambiente del restauro che ha come finalità la conservazione e la trasmissione al futuro.
Per questo motivo molte associazioni si stanno muovendo per cercare di inserire il concetto di miglioramento dell’edificio, contrapposta a quello di adeguamento delle attuali normative.
Quando passeggi a Treviso o anche a venezia osservo un patrimonio culturale edili straordinario, che ci può insegnare molto sulle tecnologie costruttive, senza considerare l’ambiente interno che con i suoi affreschi o la cruda pietra ci lascia a bocca aperta.
Per concludere e visto il vasto modo del restauro qui sotto vi lascio il link sempre aggiornato su tutti gli articoli che trattano di ristrutturazione in generale:
In questa epoca dove sempre più spesso si cerca la qualità delle costruzioni, un Impresa edile deve essere professionale e sempre aggiornata soprattutto in città come Treviso, Venezia… dove la storia ci ha lasciato un patrimonio culturale.