intonaco tradizionale in casa

Quando sento parlare di intonaco il mio sistema si connette immediatamente, e quando sento parlare di intonaco tradizionale mi precipito ad ascoltare.

Quando parliamo di intonaco tradizionale io considero quel’intonaco che ha costruito Roma o Venezia o Treviso, quel’intonaco resistente, quel’alchimia che si è persa all’interno delle maestranze e che stiamo cercando disperatamente di ricuperare visto le sue grandi caratteristiche.

Se mi chiedete di eseguire un’intonaco tradizionale io vi realizzo quello di una volta, in cantiere vedrete arrivare: la calce la sabbia, il cocciopesto e un “chimico in camice”. Mentre una volta l’intonaco si realizzava con l’esperienza sulle dosi oggi abbiamo capito che le dosi devono essere giuste.

intonaco tradizionale introduzione

Nell’attuale periodo storico, in edilizia, con il termine intonaco si intende il rivestimento della struttura edilizia di spessore variabile ottenuto mediante applicazione di uno o più strati di malta.

L’intonaco cosi pensato ha due scopi principali che possiamo riassumere cosi:

-realizzazione di finitura di un involucro edilizio, con superficie regolare e complanare e di aspetto gradevole. In questo caso abbiamo molte finiture che spazia da una semplice applicazione di malta fina ad un spatolato di calce.

Proteggere le strutture dell’edificio dall’azione degli agenti atmosferici/esterni, dalle condense interne, ecc, e in generale da tutte le cause di degrado che potrebbero compromettere le caratteristiche di durabilità, salubrità e qualità estetica del manufatto. Queste ultime esigenze sono conseguite principalemete con la posa corretta dell’intonaco.

intonaco tradizionale i maestri

Il rivestimento dei muri secondo Leon Battista Alberti:

Il principale mezzo per ornare i muri e coperture è il rivestimento. Esso può essere di vari tipi: intonaco semplice, intonaco con stucchi, intonaco a pitture, a tarsie, a mosaico, o misto dei precedenti.

Leon Battista Alberti (Genova, 18 febbraio 1404 – Roma, 25 aprile 1472) è stato un architetto, scrittore, matematico, umanista, crittografo, linguista, filosofo, musicista e archeologo italiano; fu una delle figure artistiche più poliedriche del Rinascimento. Il suo primo nome si trova spesso, soprattutto in testi stranieri, come Leone.

Alberti fa parte della seconda generazione di umanisti (quella successiva a Vergerio, Bruni, Bracciolini, Francesco Barbaro), di cui fu una figura emblematica per il suo interesse nelle più varie discipline.

Un suo costante interesse era la ricerca delle regole, teoriche o pratiche, in grado di guidare il lavoro degli artisti. Nelle sue opere menzionò alcuni canoni, ad esempio: nel De statua espose le proporzioni del corpo umano, nel De pictura fornì la prima definizione della prospettiva scientifica e infine nel De re aedificatoria (opera cui lavorò fino alla morte, nel 1472), descrisse tutta la casistica relativa all’architettura moderna, sottolineando l’importanza del progetto e le diverse tipologie di edifici a seconda della loro funzione. Come architetto, Alberti viene considerato, accanto a Brunelleschi, il fondatore dell’architettura rinascimentale.

Sul maestro  Leon Battista Alberti troviamo molto materiale e informazioni utili per il nostro intonaco tradizionale, ma sarà tema per un altro articolo.

intonaco tradizionale il percorso

Come già osservato trattando delle malte, i materiali le formulazioni e le modalità di applicazione degli intonaci hanno visto nel corso della storia il passaggio dei sistemi tradizionali basati sull’impiego di malte di calce, spesso con varianti anche importanti, a quelli moderni caratterizzati dall’uso dei leganti cementizi e\o dei polimeri sintetici.

Attraverso studi e ricerche che riguardano l’intonaco tradizionale possiamo tracciare l’evoluzione e la tecnica di questo particolare costruttivo. Nella storia dell’intonaco tradizionale possiamo trovare soluzioni che  possono tornarci utili ai giorni nostri.

intonaco tradizionale la stratificazione

Secondo la tipologia della struttura muraria, l’intonaco a base di calce può essere costituito da una o più stesure.

Su supporti tradizionali, come pietra, mattone o misti (mattone e pietra) si applicano, preferibilmente a mano, tre strati:

  • Rinzaffo – Il rinzaffo, preparato con inerti a granulometria più grossa e con elevato dosaggio di legante, regolarizza il supporto, in modo da assicurare buona aderenza agli strati successivi. La malta viene gettata a cazzuola, con forza, contro la parete. Lo spessore dipende dagli avvallamenti e dalla disomogeneità della superficie: in quei punti dove la disomogeneità è elevata si inseriscono frammenti di mattoni.
  • Arriccio – Appena il rinzaffo sarà perfettamente asciutto, si stenderà lo strato di arriccio che deve compenetrare nella scabrosità del rinzaffo in modo che la muratura risulti perfettamente piana ed uniforme, senza ondulazioni. Nell’arriccio, che ha prevalenti funzioni di tenuta e di impermeabilità, il minore dosaggio di legante consente di limitare il ritiro. E’ costituito da una parte di calce e due-tre parti di sabbia di granulometria media e acqua, mai in eccesso d’acqua, per evitare ritiro e insorgere di cavillature. Lo spessore dell’arriccio è in relazione alla presenza di sconnettiture del muro di supporto: in genere non deve essere mai inferiore al mezzo centimetro. La superficie dovrà essere finita a frattazzo in legno così che l’intonaco si presenti con grana fissa e senza saldature, sbavature o altro difetto.
  • Stabilitura – La stesura della finitura finale, la stabilitura, ha funzione sopratutto estetica. Lo strato è costituito da una malta ottenuta con sabbia a grana fine, il suo spessore può raggiungere il mezzo centimetro, anche se in generale è inferiore, soprattutto se la malta è ricca di calce. La finitura deve essere data possibilmente sul corpo dell’arriccio ancora piuttosto fresco, così da creare uno stabile collegamento

intonaco tradizionale i maestri del passato

Se ci capita di leggere qualche trattato dei maestri del passato come Leon Battista Alberti o  Marco Vitruvio Pollion noteremo come la ricerca dell’intonaco (parliamo sempre di intonaco tradizionale all’epoca non esisteva il termine premiscelato), sia qualcosa di importante perché fungeva da protezione delle murature.

Pensiamo a Venezia o ha Treviso dove il problema dell’umidità era ormai ben conosciuto.

Malta con cocciopesto per intonaco – Libro VII – Capo IV (a)

Anzitutto, nelle stanze a pian terreno, per circa tre piedi dal pavimento, invece dell’arenato si faccia una sgrossatura a coccio pesto, così l’umidità non arriverà all’intonaco. Ma se si tratta di pareti che trasudano umidità per tutta la loro altezza, allora bisogna fabbricare una seconda sottile parete un po’ staccata dalla prima fin quanto è possibile, e nell’intercapedine, in basso, si conduca un canale a livello più basso del pavimento e cogli sbocchi all’aperto; parimenti alla fine della costruzione si lascino sfiatatoi in alto; giacché l’umidità, se non avrà sfogo in alto e in basso, occuperà anche la nuova muratura. Ciò fatto, si sgrossi e si tiri la parete con cocciopesto e poi si intonachi a fino.

Come possiamo capire i maestri ci hanno dato la giusto verso sta solo a noi (imprese edili e privati) continuare questo percorso di conoscenza per realizzare costruzioni edili sane e durature.

Qui sotto riporto il link sempre aggiornato con tutti gli articoli che trattano l’intonaco.

Se in alternativa vuoi conoscere tutte le caratteristiche su’intonaco tradizionale nell’edilizia qui sotto trovi il link di tutti gli articoli che trattano le caratteristiche dell’intonaco.

In questa epoca dove sempre più spesso si cerca la qualità delle costruzioni, un Impresa edile deve essere professionale e sempre aggiornata soprattutto in città come Treviso, Venezia… dove la storia ci ha lasciato un patrimonio culturale.

Un preventivo di un’impresa edile di Treviso

Condividi questo articolo:

Share on facebook
Share on google
Share on twitter
Share on linkedin