Una richiesta confusa
Quando il signor Pietro contattò l’Impresa Costruzioni Bruschetta ci disse che voleva ristrutturare una vecchia abitazione che aveva ereditato in una località di montagna. Ascoltando il suo caso capì che aveva chiesto erroneamente una ristrutturazione, in verità la sua nuova casa aveva bisogno di una riqualificazione.
Ma quali sono le differenze?
Questa è la stessa domanda che Pietro mi pose quando interruppi il suo discorso. Queste parole spesso vengono usate come sinonimi, ma in realtà di distinguono a livello sia fiscale che normativo. Una ristrutturazione non influisce sulla prestazione energetica. Comprende la manutenzione straordinaria e conservativa e edilizia (rifare il bagno, cambiare gli infissi ecc…).
Invece, gli interventi di riqualificazione comprendono le modifiche dell’involucro edilizio e dell’impianto termico.
I problemi della nuova casa
Pietro ci disse che la casa era stata disabitata per anni e, durante un sopralluogo, l’aveva trovata invasa dall’umidità e dalle muffe. La sua allergia alla polvere si era subito fatta sentire ed era stato costretto a uscire per tornare a respirare normalmente.
Oltretutto, con quell’umidità, non avrebbe mai portato in quella casa la sua collezione di libri antichi.
La soluzione ideale sarebbe stato un sistema di ventilazione meccanica controllata. Avrebbe così garantito un corretto ricambio d’aria ed evitato l’umidità, la muffa non si sarebbe più ripresentata. Mantenere un corretto passaggio dell’aria è indispensabile per garantire un ambiente più salutare, soprattutto per chi ha problemi di allergie.
Grazie ai moderni serramenti la dispersione termica è limitata, ma anche il ricambio d’aria se le finestre non vengono aperte periodicamente. Ma in inverno, aprire le finestre può comportare un abbassamento della temperatura della casa. Anche per questo arriva i nostro soccorso il sistema di ventilazione meccanica controllata (VMC).
Cos’è la ventilazione meccanica controllata?
L’impianto di ventilazione meccanica, permette un ricambio d’aria, mantenendo la temperatura e l’umidità nelle stanze costante. Grazie agli appositi canali e filtri, l’aria viene trattata e il calore in parte mantenuto. Ciò permette di “pulirla” da agenti inquinanti e umidità.
“Ma non potrei installare un condizionatore allora?” Questa domanda da parte del signor Pietro mi fece riflettere, sicuramente avrei dovuto avvertirlo delle differenze prima che, pensando di risparmiare, si buttasse su un acquisto non adatto alle sue esigenze.
Con un condizionatore, non sarebbe stato possibile recuperare il calore e quindi avrebbe riscontrato un consumo energetico elevato. Lo stesso accade con i deumidificatori, limitano si l’umidità, ma consumano molta corrente elettrica.
Le varie tipologie
Le principali tipologie di VMC sono tre:
- Il flusso doppio per il recupero del calore, che si basa appunto sul concetto dello scambio di calore. È composta da due canali che muovono l’aria di diverse temperature. Quella fredda dall’interno all’esterno e viceversa quella calda. I flussi vengono convogliati da silenziosissimi ventilatori all’interno di un miscelatore di calore.
La temperatura viene così equilibrata e rimessa nelle stanze filtrando i pollini, le polveri e gli agenti inquinanti. Così l’aria, oltre che venire riscaldata, risulterà sempre sana. Offre inoltre un consumo energetico basso e nessun rumore.
- Il flusso semplice regolabile estrae l’aria viziata dalle zone più colpite dall’umidità (esempio i bagni), e la immette dalle stanze da ingressi esterni. La circolazione avviene attraverso fessure.
- Il flusso semplice igroregolabile pulisce l’aria grazie ad appositi ingressi, estraendola dagli ambienti più umidi attraverso bocchette igoregolabili che si aprono e chiudono in base alla qualità dell’aria e sono collegate all’unità di ventilazione.
- Le unità a flusso alternato, invece, sono molto più ridotte e contengono uno scambiatore ad accumulo di ceramica. Questo sistema permette di trasferire il calore all’aria in entrata, nel tempo in cui la immette. Per ogni ambiente in cui viene installato quindi devono essere due unità, così da utilizzarli alternativamente per immettere o estrarre.
Prima lo scambiatore di ceramica viene scaldato per poi cedere il calore all’aria in immissione, dopodiché i cicli s’invertono.
Inoltre, gli impianti possono essere centralizzati, cioè composti da una sola macchina collegata a più condotti, o decentralizzi quando viene montata un’unità per ogni ambiente.
Quale abbiamo utilizzato?
Solitamente, la più utilizzata è la VMC a doppio flusso, un impianto caratterizzato da due ventilatori e due canali di distribuzione, indipendenti e separati utilizzati per l’immissione all’interno dell’aria e l’estrazione dall’interno degli ambienti. Per i due flussi vengono utilizzati ventole dedicate.
Il flusso doppio pulisce, raffredda e riscalda l’aria esterna filtrandola, a differenza degli impianti monoflussi, garantendo un recupero del calore oltre che un continuo ricambio d’aria.
I pro e i contro
Gli impianti a flusso singolo e senza scambiatore di calore si adattano solo a piccoli ambienti, ma sono anche i più economici. Per questo è sempre consigliato un impianto a doppio flusso, anche se necessita di opere murarie.
Oltretutto, non avendo la necessità di aprire le finestre per garantire il ricambio dell’aria, zanzare e altri fastidiosi insetti non entreranno, così come i rumori proveniente dalla strada.
La VMC permette d’integrare il concetto di abitazione passiva, elimina gli spifferi, le fughe d’aria e crea un ambiente ostile per la formazione delle muffe. Una nota molto positiva per i soggetti allergici come il signor Pietro che ora, finalmente, riuscirà a dormire sonni tranquilli grazie al suo nuovo sistema di ventilazione meccanica controllata.
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