Le caratteristiche intonaco naturale

Nell’articolo l’intonaco che dura 2000 anni avevo elencato alcune caratteristiche intonaco naturale, con la promessa di spiegarle. Bene questo è il momento di spiegare quelle caratteristiche.

Prima di iniziare voglio ricordare che l’intonaco naturale fa parte della bioedilizia e quindi fondamentale per avere una casa sostenibile. Come ormai si è capito per realizzare un intonaco naturale degno della bioedilizia bisogna conoscere a pieno tutte le caratteristiche dei vari componenti.

Qui sotto le caratteristiche intonaco che avevo elencato:

-Ritenzione d’acqua

-Plasticità e lavorabilità

-Elevata porosità e traspirabilità

-Alta deformabilità

-Compatibilità chimica e fisica

-Basso contenuto di alcali solubili

Non dobbiamo dimenticare che un intonaco naturale non rilascia nessun tipo di VOC/COV

Prima d’iniziare voglio ricordare che per raggiungere queste caratteristiche, l’intonaco deve essere preparato con materiali adeguati, in particolare bisogna prestare massima attenzione al grassello che si usa e alla granulometria della sabbia, per avere un intonaco di ottima qualità con tutte le caratteristiche.

Dato la vastità dell’argomento verranno fatti più articoli.

Dobbiamo ricordare che il segreto di un buon intonaco e direttamente proporzionale alla qualità del grassello e di conseguenza bisogna usare un grassello adeguato. Molte (vecchie) imprese edili lo sanno molto bene.

Estremamente interessante è la storia del grassello per comprendere quante variabili di qualità ci sono in questo materiale.

La materia prima: La calce

Per far la calce si prendono dei calcari dai fiumi, ( e già qui la pietra risultava di qualità con più o meno impurità) dai monti o dalle cave (CaCO3) e si mettono a cuocere nei forni da calcina, benché una volta si usasse cuocere queste pietre anche negli stessi forni in cui si cuocevano i mattoni(il tipo di forno hanno subito delle grandi modifiche nei tempi migliorando la costanza della temperatura interna e la totale mancanza d’impurità nel forno dove venivano tenuti i calcari). Dopo circa 60 ore di buona fiamma di legna od altro, le pietre hanno perduto tutta l’anidride carbonica (CO2) in esse contenuto. Questi calcari, da carbonato di calcio che erano, si tramutano dopo la cottura, in ossido di calcio (CaO), ovvero quelle zolle bianche e fragili che i nostri Vecchi (io li chiamo maestri) andavano ad acquistare a carrette nelle calcinaie e che noi tutti chiamiamo calce viva.

calce che esce dai forni dicesi viva poiché con l’acqua reagisce violentemente; e tolta che sia, la detta calce dal forno, questa si mostra come sassi leggeri, porosi e friabili che all’aria facilmente sfioriscono cadendo in polvere.

Vi sono due modi per spegnere la calce viva: per innaffiamento o per immersione.

Nella prima maniera si pone la calce viva in piccoli recinti triangolari di legno o di muratura chiamati bagnoli e si innaffia con acqua a poco a poco, rimestando fino a che tutta la massa si sia sfiorita e si sia trasformata in poltiglia. Qui il tempo gioca un ruolo fondamentale, più tempo passa in acqua più sarà di qualità il grassello

Nella seconda maniera invece si immerge la calce viva, sostenuta in cestelli di ferro, per pochi istanti, in un recipiente colmo d’acqua, dal quale prestamente si ritrae; la calce, a questo modo idrata, cade sotto forma di polvere: tale polvere potrà essere più avanti, alla bisogna, impastata con l’acqua fino ad ottenerne un grassello di adeguata consistenza, pronto per l’uso.

Nell’articolo: perché scegliere il grassello? faccio una introduzione sul grassello e sulle sue caratteristiche.  Tutti i pregi del grassello che descrivo sono a loro volta influenzati dal tipo di lavorazione per la sua creazione. Ogni impresa edile ha l’obbligo di sapere queste caratteristiche se vuole lavorare in un settore come l’edilizia, che sempre più spesso ha bisogno della storia passata.

Tutto questo influenza la ritenzione d’acqua

Ritenzione d’acqua

Iniziamo da questa caratteristica; ritenzione d’acqua.

La ritenzione d’acqua è una garanzia nei riguardi dell’adesione al supporto: evita il rapido essiccamento della malta applicata al supporto che assorbe l’acqua, con conseguenti problemi futuri dell’intonaco.

Il grassello di calce, in particolare se di qualità e lungamente invecchiato, ha una grandissima capacità di ritenzione d’acqua legata alla presenza di cristalli lamellari molto piccoli di portlandite che hanno una grande capacità a trattenere al loro contorno una pellicola d’acqua molto aderente.

Questa proprietà si trasmette direttamente alle malte formulate con il grassello. Il vantaggio principale derivato dell’elevata ritenzione d’acqua di una malta è quella importantissima di rendere gli impasti plastici e facilmente lavorabili e, non meno importanti, di contrastare la suzione dei materiali (mattoni), di conseguenza il mio fondo che sarà moto assorbente d’acqua andrà ad intaccarmi in misura minore il mio intonaco.

Ciò rende le malte di grassello meno soggette a ritiro, riducendo la formazione di fessure e cavillature, diminuendo la possibilità di penetrazione nelle murature dell’acqua, inoltre favorendo una più rapida e completa carbonatazione, assicurando una più durevole legame tra gli elementi costruttivi.

Ogni impresa edile conosce l’intonaco ed è incredibile che questa tecnica si tramandi senza subire cambiamenti.

Altri articoli sull’intonaco

Nel articolo vi parlerò dell  plasticità e lavorabilità dell’intonaco.

L’intonaco naturale (a base di calce, sabbia ed eventualmente cocciopesto) , è il metodo più antico e diffuso per proteggere le murature in pietra o in mattoni e, fin dalle sue origini, assolve ad una duplice funzione:

  • protettiva: impedisce all’acqua di penetrare nel muro e lascia evaporare quella trattenuta
  • estetica: per il colore, l’aspetto e gli effetti decorativi.

Nell’articolo: Intonaco naturale porosità traspirabilità parlo di una caratteristica fondamentale per le pareti delle nuove costruzioni edili.

Le malte di grassello si caratterizzano per l’elevata porosità dovuta a un’importante frazione di pori larghi , di conseguenza possiedono alta traspirabilità e bassa resistenza alla diffusione del vapore, che rappresenta requisiti fondamentali soprattutto per gli intonaci e le finiture.

Confrontando malte composte da diversi tipi di legante, si scopre che la resistenza alla diffusione del vapore di una malta di grassello è da 3 a 5 volte minore di quella di una malta di calce idraulica e fino a 100 volte minore di una malta cementizia, con rapporto legante/aggregato 1/3.

 

Queste funzioni possono essere mantenute in efficienza a lungo, se, nel corso degli anni, si effettua una sorveglianza dell’edificio e una puntuale programmazione della manutenzione, così da evitare di dover operare ad un certo punto in modo più radicale e dispendioso.

Condividi questo articolo:

Share on facebook
Share on google
Share on twitter
Share on linkedin